Giorgio Lotti
Milanese di nascita ma varesino d’adozione, Giorgio Lotti ha collaborato durante la sua lunga carriera iniziata nel 1957 con numerosi quotidiani e settimanali tra cui Epoca, Panorama e Paris Match, realizzando centinaia di reportages alcuni dei quali – ad esempio quello dedicato alla Cina che venne insignito nel 1973 dalla University of Photojournalism, Columbia, del premio “The World Understanding Award” - gli sono valsi prestigiosi riconoscimenti e premi a livello internazionale. E’ autore, fra l’altro, della foto più riprodotta al mondo raffigurante il primo ministro cinese Zhou en Lai, divenuta poi sua immagine ufficiale e stampata in oltre cento milioni di copie. Negli ultimi anni si è dedicato alla ricerca e alla sperimentazione fotografica nel campo del colore, della luce e dell’arte.
La mostra ospitata nelle suggestive sale dell’antico chiostro benedettino, è suddivisa in tre aree tematiche che, oltre a corrispondere alle differenti angolazioni scelte da Lotti per affrontare il tema dell’arte, permettono di ripercorrere attraverso oltre centocinquanta scatti la cronistoria del loro autore. La prima sezione è dedicata al Teatro alla Scala, raccontato attraverso una galleria di celebri ritratti di personaggi, da Pavarotti a Nureyev, da Renata Tebaldi a Carla Fracci, protagonisti di un tempio dello spettacolo unico al mondo e raccoglie scatti realizzati in quattro anni di lavoro e pubblicati nel 1973. Nella seconda area tematica invece si incontrano le immagini dei maggiori artisti contemporanei – Andy Warhol, Bruno Munari, Enrico Baj e moltissimi altri - mentre, realizzando le proprie opere, giungono a fondersi con esse. Infine la sezione conclusiva, sicuramente la più sperimentale ed inedita, denominata “on the road”, attraverso lo studio della cromia e la ricerca di nuove inusitate inquadrature, raffigura soggetti dalla genesi involontaria ripresi sulle strade delle città europee: segni, impronte, tracce sull’asfalto che diventano inconsapevoli opere artistiche.